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Esiste una relazione fra vitamina D e COVID-19?

Aggiornamento: 25 mag 2020

Secondo un documento pubblicato da due docenti dell’Università di Torino molti pazienti con infezione da Sars-CoV-2 mostrerebbero «un’elevata prevalenza di ipovitaminosi D».

Ad oggi non disponiamo di dati scientifici sufficienti sull'interazione tra vitamina D e infezione da coronavirus, tuttavia è bene specificare come nella popolazione molto anziana è normale riscontrare carenza di vitamina D se la sostanza non viene somministrata come supplemento, quindi non è facile mettere in correlazione bassi livelli di vitamina D con un’infezione complicata da Covid-19.

Le pubblicazioni degli ultimi 30 anni ci dicono che questa sostanza ha un effetto importante sulle nostre difese naturali, ma i dosaggi che dovremmo somministrare per influenzare la risposta immunitaria sono un po’ troppo alti e non possono essere raccomandati a tutti.



La vitamina D va integrata quando è carente, ma non ha a che fare con il coronavirus. Ovviamente una persona che ha carenza di questa vitamina ha un sistema immunitario non efficiente, ma non c’è alcun collegamento.

La vitamina D, così come altre sostanze (vitamina C, glutatione), può contribuire a rafforzare le difese immunitarie, se assunta con continuità, ma non previene l’infezione da Sars-CoV-2, per cui al momento attuale la somministrazione di vitamina D per combattere un'infezione da COVID-19 o migliorarne l’evoluzione polmonare è da considerare non sostenuta da adeguate prove di efficacia.



Vitamina D

La vitamina D, secondo una significativa quantità di studi scientifici, è molto importante anche come naturale immunomodulante, capace cioè di regolare le nostre difese immunitarie e con ciò proteggerci dalle aggressioni virali, è da sottolineare che tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera i livelli di vitamina D immagazzinati dal nostro corpo con l'esposizione al sole sono da sempre al minimo, considerando che circa l'80% di questa viene sintetizzata dal nostro organismo proprio grazie al sole.

Con il passare degli anni e con la vita sedentaria, la sua presenza nel nostro organismo tende a diminuire. In particolare ci sono due fattori che rischiano di comprometterla: il poco tempo trascorso all’area aperta, e la massa adiposa che ne blocca la formazione. Ecco perché la vitamina D, nelle dosi giuste, più che con gli integratori alimentari si conquista con i corretti stili di vita.


Causa isolamento domiciliare anti-coronavirus, tutti noi italiani siamo chiusi in casa ormai già da diverse settimane, pertanto, in base a tutte le considerazioni fatte finora, si consiglia vivamente l'assunzione di alimenti contenenti vitamina D, insieme ad una giusta alimentazione, sport casalingo, e prendere un pò di sole restando nelle proprie abitazioni, in terrazza o in camera quando possibile.


Dove possiamo trovare la Vitamina D

Gli alimenti importanti per il contenuto di vitamina D, appartengono a tre categorie. Ci sono innanzitutto latticini, formaggi, uova e funghi. Poi alcune specie di pesci come il salmone, pesce spada, tonno, sgombro, aringhe e sardine. Infine bevande vegetali fortificate, dal latte di mandorla a quello di soia.

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